Elisa Traverso Lacchini

Recensioni

Gabriella De Gregori - 2006 - “Linee e forme: disegni, collages…” di Elisa Traverso Lacchini.

Il titolo per questa mostra a scopo didattico è stato scelto dall’Artista non solo in riferimento ai contenuti, che sono in gran parte grafiche e collages, ma pure allo scopo di introdurre un aspetto fondamentale e determinante della pittura e delle arte figurative in genere: il disegno. Per Elisa Traverso Lacchini questo ha una duplice valenza: prima di tutto, anche a seguito dei suoi studi e della sua attività d’insegnante di arte figurativa, ha voluto e potuto esercitarsi nel campo grafico a lungo e con passione, riconoscendo in se stessa una naturale predisposizione per il costruire e concretizzare immagini con l’uso di strumenti molto più rigidi e soprattutto generatori di segni asciutti, privi di ondulazioni e sbavature, quali solo i pennelli possono lasciare su qualunque superficie si operi; l’uso del pennello lascia tracce che a volte sfuggono alla mano e all’occhio-mente che lo guida. Costruire un impianto prospettico o dare espressione ad un volto e riprodurre su di un piano quello che nella realtà è tridimensionale o volume pieno, come il minimo muscolo facciale, con uno strumento che non concede divagazioni cromatiche, è un operare che diventa complesso: con la matita si costruisce traccia a traccia il volume, il colore e la tridimensionalità.
La predilezione per il disegno non significa da parte dell’Artista il rifiuto del cromatismo o di aggetti rispetto al piano del supporto su cui opera, al contrario talvolta le sue grafiche sono intersecabili con gli olii, specialmente con quelli della prima produzione ancora legati in parte alla migliore tradizione vadese e savonese. Il colore, nelle diverse creazioni di Elisa Traverso Lacchini, va di pari passo con l’astrazione ma pure con il “suggerire” altre realtà attraverso quelle sue metamorfosi in cui gli esseri, figure umane e animali,, sopratutto quelli che appartengono al mondo sommerso, o si intrecciano o si modificano l’uno nell’altro. L’approfondimento tecnico si sposa con la realizzazione dell’immagine suggerita e immaginata virtualmente nel mondo delle idee dell’Artista, quando la scelta tecnica cade su due modi di procedere “scoperti”da grandi rappresentanti dell’avanguardia del novecento, vale a dire il collage e il découpage (Pablo Picasso * per una tecnica e Mimmo Rotella per l’altra). Anche la scuola americana offre nuovi modi di intervenire tra il dripping di un Pollock e il materico dei murales di Siqueiros sul piano: con interventi in questa direzione di stile, l’Artista rende questo aggettante, alla maniera dello stiacciato o del bassorilievo di tradizione classica; il risultato però non rimane di facile lettura in quanto la sensibilità moderna rende le superfici più frammentarie rispetto a quelle delle opere antiche.
L’uso di queste tecniche miste si nota nei volti delle icone: qui l’Artista ripropone volti o porzione di volto, la parte della figura che più la attrae. L’olio nelle ultime opere create si piega alla grafica, nascendo da una struttura a segni che formano l’impianto per così dire architettonico.
Questo viene esemplificato dalla presenza nella mostra di alcune tele ad olio: la loro presenza indica l’approdare del percorso creativo ad atmosfere in cui il cromatismo non è fine a se stesso ma cede la sua intrinseca natura, composta di volume-luce e spessori di tracce, alla secchezza del segno grafico: se si osservano attentamente le “metamorfosi” si notano movimenti di tracce cromatiche che suggeriscono il sottostante impianto grafico.
Notevole infine la capacità di interpretare le figure umane: queste sono esempio completo anche di contenuti oltre che delle mete che l’Artista nasconde e evidenziano il suo convincimento che l’esercizio quotidiano affina la mano quanto l’occhio. Solo in questo modo si può non solo concretizzare le immagini suggerite dal subconscio e le suggestioni derivate dal quotidiano ma raggiungere la necessaria armonia-sintesi tra gli strumenti, mano occhio e mente, propri dell’artista, e i mezzi espressivi, che non devono essere scelti in modo casuale. Ogni oggetto da creare si può realizzare quando il mezzo e lo stile calzano con l’immagine che all’artista si presenta nell’immaginario-reale della sua mente. Le opere di Elisa Traverso Lacchini possiedono caratteri tali per cui possono soddisfare le differenti esigenze di un vasto pubblico e giovano a coloro che vogliono accostarsi all’arte in modo costruttivo e critico sia come estimatori che come fruitori e creatori del “bello”, sopratutto nell’ambito didattico.

* non tutti i testi e i critici indicano Pablo Picasso quale inventore del collage.

 

GABRIELLA DE GREGORI

   
 

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