Elisa Traverso Lacchini

Recensioni

Gabriella De Gregori - 2005 - Alla ricerca di un’armonia tra classico e moderno

L’attività creativa di Elisa Traverso Lacchini prende l’avvio da un periodo figurativo durante il quale l’attenzione dell’Artista si focalizza sul paesaggio, nella nostra realtà particolarmente ricco per mutamenti cromatici e presenza di scorci urbani articolati. Questa scelta tematica deriva in parte dal periodo di studi trascorsi a Genova, in parte dall’humus artistico-culturale vadese e savonese, che la circonda e nel quale osserva numerosi pittori di tradizione en plein air. Già nei suoi scorci l’Artista segna percorsi che presagiscono mete verso l’astrattismo e l’informale. Si avverte una certa ansia di modernità anche nella tavolozza. In parallelo alla pittura, una cura particolare è riservata alle ricerche sia attraverso il disegno sia attraverso tecniche meno tradizionali, quali i collages. Avendo dedicato lunghi anni all’insegnamento, il Suo percorso mentale e artistico è rimasto sommerso nella quotidianità dell’educare alla creatività giovani allievi per i quali ha sperimentato numerosi e differenti mezzi didattici; attraverso questa ricerca finalizzata ha potuto tenere vive le esigenze creative proprio in questo interagire con gli studenti. La pausa creativa è risultata fertile e ha preso una connotazione catartica che Le ha permesso di descrivere uno stile definito, sebbene variabile nel tempo per le differenti scelte tematiche.
Parallelamente agli assemblaggi e abbinamenti di ritagli e disegno, dà vita ad una pittura dal cromatismo netto di colori mediterranei  a contrasto; le linee si inspessiscono fino a diventare esse stesse crome e vanno a confondersi con la campiture di tinta più ampie. L’andamento del ritmo riporta ai fondali marini, che nella realtà simbolica del mondo creato da Elisa Traverso Lacchini prendono vita e si animano di figure umane, di esseri acquatici quanto di creature mitiche. In un colpo d’occhio si coglie il coesistere di una visione letteraria classica e dei turbamenti esistenziali dell’uomo contemporaneo: l’uno traspare dall’armonia del disegno, l’altro dal cromatismo scoppientante tra rossi, gialli e verdi. Nei collages,come già nell’attenzione delle linee, avviene il placarsi delle urgenze esistenziali, i cui impulsi vagano in un mondo reale ma fantastico al tempo stesso. Enigmatici volti ben definiti si combinano con elementi eterogenei, vuoi immagini vuoi objets trouvés; la stessa matrice genera invece nella pittura una metamorfosi della figura che si ricompone nelle volute e nel movimento di elementi dalle forme riecheggianti  esseri vegetali, terrestri quanto marini, che costituiscono un tema abbastanza ricorrente. Forse in questa visione soggettiva, nella quale colloca elementi scelti dalla realtà vissuta da tutti, appaga in modo lirico l’esigenza di giungere alla comprensione totale dell’universo nella sua complessa contraddizione; per questo proietta l’umanità in una visione sospesa tra reale ed onirico, dove  l’Uomo si riappropria della sua collocazione primordiale nella genesi universale e tende a confondersi con gli altri elementi ed esseri vegetali sia sulla superficie terrestre sia nelle profondità marine, L’Artista appaga la necessità di certezze e di conoscenza della realtà  e lancia un messaggio positivo per il riscatto dell’Uomo ormai ad un bivio tra tecnologia e sopravvivenza: solo ritornando alla sua intima natura, roussianamente buona quando è ancora “selvaggia”: solo con un ritorno alla natura l’Umanità potrà ritrovare l’equilibrio tra razionalità e irrazionalità, stemperare la negatività con azioni positive.

 

GABRIELLA DE GREGORI

   
 

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